di Dario Ortolano
Il suo inizio è peggiore del previsto.
I prezzi del gas, per i consumi di dicembre dei clienti del ” mercato tutelato “, salgono del 23,3%, che, secondo i calcoli dell’Autorità dell’energia, si traducono in un aumento del 64,8% della spesa annuale di una famiglia tipo, ovvero 1866 euro in più rispetto al 2021. Secondo uno studio dell’Unione nazionale consumatori, l’aumento comunicato ieri, fa salire di altri 400 euro la spesa delle famiglie che, nei 12 mesi, arriva alla cifra di 2.113 euro. Se a questi si aggiungono i 1.434 euro della luce, già scattati dal 1 gennaio, si arriva ad una stangata complessiva di 3.547 euro. A ciò va aggiunto che, l’azzeramento del taglio delle accise sui carburanti, ha fatto sì che la benzina sia arrivata a sfiorare i 2 euro al litro, accompagnato da un aumento complessivo di carburanti, pedaggi autostradali e sigarette.
Così comprendiamo meglio il significato della affermazione recente di Giorgia Meloni, quando affermava che ” la pacchia è finita “. Già si parla, infatti, di 2,2 milioni di nuovi poveri, corrispondenti all’8,5% della popolazione.
Complimenti, e buon anno davvero !!!
Ma, la situazione non è tanto migliore, relativamente ai conti del Bilancio dello Stato.
Nel 2023, il Tesoro dovrà emettere circa 320 miliardi di euro, a fronte di 90 miliardi di euro di fabbisogno statale e 260 miliardi di obbligazioni governative in scadenza. A questo ammontare, vanno poi aggiunti circa 140 miliardi di euro di titoli a breve scadenza, come i BOT, che dovranno essere rifinanziati. In totale, quindi, il debito pubblico circolante è pari a 2.290 miliardi di euro.
Di fronte a tale situazione, ed ai rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale Europea ( BCE ), previsti per il 2023, un sondaggio condotto dal Financial Time, cala come un fulmine sul nostro Paese, laddove il 90% degli economisti interpellati ritiene che l’Italia possa rivivere i giorni neri dell’autunno 2011, quando lo spread fra Btp e Bund raggiunse la quota di 575 punti base, e la credibilità della nostra economia nazionale scese vicino allo zero.
C’è qualcuno, di fronte a questo quadro di fatto, ed alle previsioni che da esso derivano, che può affrontare il nuovo anno col sorriso sulle labbra, che non siano gli speculatori dei grandi gruppi economici e finanziari, nazionali ed internazionali, che tale situazione hanno determinato, assecondati, in ciò, dalle politiche economiche e sociali governative, succedutesi negli anni, fino ai primordi del ” nuovo ” Governo Meloni “, assolutamente coerenti ed aggravanti lo stato della situazione precedentemente determinata ??!!
Ed allora, diciamocelo con franchezza ed adeguata determinazione, ” l’anno che verrà ” e che è appena iniziato, sarà per i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese, cosi come per tutti gli sfruttati dall’imperialismo e dal capitalismo, un anno terribile, di ulteriori sacrifici ed attacchi concentrici, da parte dei gruppi capitalistici monopolisti e dello Stato che ne difende gli esclusivi interessi, contro i redditi popolari, le condizioni di lavoro e caratterizzato dal dilagare della povertà e della disuguaglianza sociale. Occorre fare fronte, a tale situazione, con la immediata ripresa di una più intensa ed estesa lotta politica, economica e sociale, da parte della classe operaia, dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutti gli sfruttati dal capitalismo e dall’imperialismo, per la costruzione, nel Paese, di una vera alternativa politica, economica, sociale e culturale, al sistema capitalistico ed alle sue politiche nazionali ed internazionali.
1) Per una nuova politica economica e sociale, fondata sul primato dell’intervento dello Stato, con investimenti pubblici adeguati e mirati alla creazione di sviluppo e lavoro stabile e sicuro, sostenuti da imprese pubbliche, nei settori fondamentali della produzione, e connotati da una idea di Nuovo Modello di Sviluppo, sostenibile ed ecocompatibile, perché fondato sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e sulla affermazione di un nuovo principio di difesa della sovranità ed indipendenza nazionale dell’Italia, fuori dalla NATO e dalla UE, espressioni, entrambi, dell’imperialismo internazionale.
2) Per una Nuova Politica Estera del Paese, fondata sulla pace e sul sostegno dei Paesi che oggi lottano, in tutto il mondo, contro il predominio dell’imperialismo USA ed UE.
3) Per un nuovo assetto internazionale del mondo, di carattere multipolare e fondato sulla libertà, sovranità ed indipendenza nazionale dei popoli e degli Stati, in grado di garantire le condizioni di progresso e sviluppo per l’umanità intera.
Perciò si battono i comunisti, nel nuovo anno.
CONTRO IL CAPITALISMO E L’IMPERIALISMO, PER IL SOCIALISMO !!!
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