Fondazione del PCI: e venne il giorno 21 gennaio 1921
di Dario Ortolano
Il dibattito politico, al XVII Congresso nazionale del PSI, a Livorno, fu intenso ed animato, con al centro le questioni strategiche, politiche e programmatiche, che ormai dividevano, riformisti e massimalisti da un lato, e comunisti dall’altro.Esso durò sette giorni, dal 15 al 21 gennaio 1921, nell’affollato Teatro Goldoni. Sull’ ” Ordine Nuovo ” del 19 gennaio, a sanzione delle differenze ormai incolmabili, era comparso il seguente commento: ” Prenda, Turati, il cadavere del fu Partito socialista e se ne faccia sgabello per la sua ambizione senile. Comunisti, avanti ! “La mattina del 20 gennaio, il rappresentante della Internazionale, Kabakciev, riprende la parola per l’ultima replica a Serrati, ed al termine del suo intervento, verrà letta la dichiarazione redatta, da lui stesso insieme a Rakosi, l’altro rappresentante della Internazionale, presente al Congresso, che afferma:” Vi ripetiamo che, l’Internazionale comunista, respinge ogni risoluzione che non sia quella della frazione comunista, che noi sottoscriviamo. “Nel pomeriggio, si passa ai voti, da cui risultano 98.028 voti per la frazione ” centrista ” di Serrati, 14.695 per i riformisti e 58.783 per i comunisti.Il mattino del 21 gennaio del 1921, se ne proclama l’esito, che farà dire a Lenin che Serrati preferirà rimanere unito con 15.000 riformisti, piuttosto che passare con 60.000 comunisti. Luigi Polano, a nome della Federazione giovanile, dichiara che essa ” scioglie ogni impegno col partito e delibera di seguire le decisioni che prenderà la frazione comunista. ” I comunisti, escono dalla sala, intonando l’Internazionale, e si avviano verso la nuova assise di fondazione. Frattanto, al Teatro San Marco, alcuni incaricati controllano le tessere dei delegati comunisti, che vi si vanno affollando, apponendovi il timbro con la falce ed il martello. Il I Congresso del PCd’I, si svolgerà in due sedute, la prima delle quali sarà occupata dai saluti dei delegati dei partiti comunisti stranieri, mentre la seconda, nel pomeriggio, sarà dedicata alla elezione del nuovo Comitato Centrale, di quindici membri, i cui nomi risulteranno rappresentativi di tutte le organizzazioni che danno vita al Partito: Bordiga, Grieco, Parodi, Sessa, Tarsia, Polano per la Federazione giovanile, Gramsci e Terracini.L’ ” Ordine Nuovo ” è il primo organo del Partito.Uno sguardo alla disposizione geografica dei voti espressi, a Livorno, dalla mozione comunista, fa registrare che i più numerosi sono stati a Torino ( 4518 ), a Trieste ( 4462 ), a Novara-Vercelli ( 7127 ), ad Alessandria ( 4504 ) e Firenze ( 4003 ).Inizia così, la storia del Partito comunista d’Italia, che in seguito verrà denominato Partito comunista italiano, nel pieno dello sviluppo di una guerra civile, scatenata dalla offensiva fascista, sostenuta e finanziata dalla borghesia monopolista ed imperialista e dal suo sistema di alleanze politiche e sociali, contro le lotte operaie e contadine che avevano caratterizzato, particolarmente il ” biennio rosso “, 1919/20, culminato nella occupazione delle fabbriche e delle terre, e che avevano suscitato, nelle classi proprietarie dominanti, la ” grande paura “, di perdere il potere politico, economico e sociale, come era avvenuto in Russia, nel 1917, con la Rivoluzione proletaria e socialista d’Ottobre. Da quel momento, il neonato partito comunista, in Italia come nel resto d’Europa, sarà chiamato a cimentarsi con l’immediata organizzazione della resistenza operaia, popolare, antifascista, con ogni mezzo, diventando il baluardo principale e l’architrave della lotta, per la libertà, la democrazia, l’uguaglianza sociale, contro il capitalismo, l’imperialismo, per il socialismo. Questa è la storia che conosciamo, che amiamo, di cui siamo fieri di essere parte, ed investiti della responsabilità di saperne essere i degni continuatori, nelle nuove condizioni politiche, economiche e sociali del XXI secolo.Nulla a che vedere, con le narrazioni di comodo, che anche sui quotidiani di oggi campeggiano, da parte degli intellettuali borghesi che, insieme agli ex comunisti, pentiti, descrivono tale avvenimento politico di fondamentale importanza, per la storia dell’umanità, come un ” errore ” originario, da cui, per fortuna, ci si seppe ravvedere, approdando alle tranquille ed accoglienti spiagge della democrazia borghese e del capitalismo. No, non è questa la storia del movimento operaio e comunista, che, in molti Paesi d’Europa e del mondo, oltreché in Italia, dalla Francia alla Cina e tanti altri ancora, in quell’anno 1921, ed ancora in quelli successivi, prese avvio, per la prima volta con basi di massa, dopo che Marx ed Engels ne avevano fondato, a partire dalla metà del XIX secolo, la dottrina e la teoria politica.Si è trattato di una storia di lotte e di sacrifici, di vittorie e di sconfitte, che hanno visto, via via, la classe operaia e tutti gli sfruttati ed oppressi, dal capitalismo e dall’imperialismo, saper emergere come la classe antagonista, e col determinante ruolo di direzione politica dei comunisti, diventare la portatrice di una storica alternativa politica, economica, sociale e culturale, chiamata socialismo e comunismo.Tale alternativa, non è rimasta archiviata, nel regno della ” utopia “, come affermano, da sempre, i suoi detrattori ed i corifei del capitalismo e dall’imperialismo, ma si è, bensì, fin da subito, tramutata in atti e fatti, che hanno saputo, prima di tutto assumere le forme di una coraggiosa e risoluta resistenza operaia e popolare antifascista, di fronte all’incipiente offensiva reazionaria delle classi dominanti borghesi, atta a mantenere il proprio potere politico, economico e sociale, al prezzo grave dell’imposizione, all’Europa e gran parte del mondo, della più feroce dittatura conosciuta dall’ umanità, in epoca moderna, sfociata nella seconda guerra mondiale, come vero e proprio olocausto, per l’umanità intera, per il numero di morti e feriti e distruzioni subite.I comunisti, in tale vicenda storica, sono stati la principale ed invincibile forza di resistenza politica, sociale e militare, al fascismo ed al nazismo, a partire dalla eroica resistenza della Unione Sovietica alla invasione, nel 1941, fino alla vittoria, nel 1945, con la sconfitta del nazifascismo, nella sua tana, con la occupazione di Berlino, da cui tutto era partito.I comunisti, nel secondo dopoguerra, sono stati, in tutto il mondo, i promotori di nuove e decisive lotte della classe operaia e dei popoli, per la libertà, per la giustizia, per la democrazia, fino a raggiungere l’ obbiettivo di nuove rivoluzioni proletarie e socialiste, come in Cina, Cuba e Vietnam, che, ancor oggi sono portatrici, per l’umanità intera, di fulgidi esempi di realizzazioni di carattere sociale ed umanitario, nel travagliato e pericoloso periodo della vita mondiale, che stiamo, attualmente, vivendo.I comunisti, hanno subìto, sul finire del novecento, una pesante e drammatica sconfitta, in Europa, col venir meno della Unione Sovietica e degli altri paesi socialisti europei, quando, i dirigenti di quei paesi, hanno cominciato ad imitare le esperienze dei paesi capitalisti, attingendo al loro bagaglio di ” valori ” e finalità, finendone, infine, travolti.Il movimento operaio e comunista, anche in Europa, è, da alcuni anni, in via di riorganizzazione, facendo tesoro delle esperienze passate, mentre in altri continenti, come Asia, Africa ed America Latina, le nuove esperienze compiute, a partire dalla Repubblica popolare cinese, da Cuba ed il Vietnam socialisti, dalla Rivoluzione Bolivariana in Venezuela e dal rinnovato governo socialista della Bolivia, contribuiscono ad irrobustirne i ranghi ed aumentarne il prestigio internazionale, facendolo diventare punto di riferimento per le nuove lotte operaie e popolari, che si vanno sviluppando, in tutto il mondo, contro lo sfruttamento e l’oppressione sociale del capitalismo e dell’imperialismo. Questa è la storia del movimento operaio e comunista, nato cento anni or sono, diventato punto di riferimento per vaste masse popolari, fino ad oggi, e così la ricordano coloro che amano la verità e la lotta per la libertà. A coloro che ci hanno sempre combattuti, perché hanno riconosciuto in noi, e negli interessi di classe di cui siamo portatori, i loro antagonisti storici, non abbiamo nulla da dire, salvo lasciarli in compagnia di coloro che hanno rinnegato i loro originari ideali ed obbiettivi politici. Il novecento è stato il secolo della riscossa operaia e popolare, dallo sfruttamento e dall’oppressione sociale del capitalismo, del colonialismo e dell’imperialismo, è stato il secolo delle rivoluzioni proletarie e socialiste vittoriose, per la prima volta nella storia dell’umanità, con la guida politica ed ideale dei comunisti.È alla luce della storia recente dell’umanità, che celebriamo, quindi, con ottimismo e spirito di rinnovato impegno politico e morale, il centenario della fondazione del movimento operaio e comunista Internazionale, con basi di massa e popolari.Una grande storia di impegno, sacrifici e dedizione, sta alle nostre spalle ed irradia il nostro presente ed il nostro futuro, che, oggi come ieri, ha a che vedere con la lotta della classe operaia, e di tutti gli sfruttati ed oppressi dal capitalismo e dall’imperialismo, per la libertà, la sovranità ed indipendenza nazionale, la democrazia, ed il socialismo !!!

Le immagini di oggi 21 gennaio 2021 da Antonio Gramsci
Questa mattina, a Torino, una delegazione della Federazione torinese del PCI, guidata dal Segretario Provinciale, Dario Ortolano, ha reso omaggio al Segretario Generale del Partito comunista d’Italia, Antonio Gramsci, presso i locali in cui visse e lavorò, negli anni 1919/1921, costruendo e forgiando il Partito Comunista, nell’imminente offensiva delle forze reazionarie, che, finanziate e sostenute dalla borghesia monopolista ed imperialista e dal suo sistema di alleanze politiche e sociali, cercavano la rivincita contro gli operai ed i contadini che, negli anni precedenti, avevano segnato, con le loro lotte, la vita politica e sociale del nostro Paese.È questo il luogo più significativo, della nostra città, per ricordare il centenario della fondazione del PCI, di cui Antonio Gramsci, fu, in quegli anni, il fondatore e leader indiscusso, alla guida del giornale ” Ordine Nuovo “, che diventerà il primo quotidiano del Partito, e, soprattutto, alla guida delle lotte operaie nella occupazione delle fabbriche, nel settembre 1920.I comunisti italiani sono fieri ed orgogliosi di appartenere ad una grande e gloriosa storia e tradizione politica, da cui essi sapranno trarre spunto, per ricostruire un grande e combattivo Partito comunista italiano.